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Romanzo godibile quanto controverso, "II ritratto di Dorian Gray" ha suscitato nel tempo reazioni disparate e di varia intensità emotiva - dall'originario, sdegnato grido allo scandalo alle censure di una critica letteraria spesso prevenuta - nell'ambito di una vasta comunità di lettori: dal gentleman borghese al portavoce clandestino dell'"amore greco", fino a chi, nella nostra epoca, intende ricostruire una genealogia dell'omosessualità o un quadro identitario del soggetto irlandese calato nell'"arena" dell'Inghilterra vittoriana. Questo studio si propone di (ri)Leggere il romanzo affiancando alla contestualizzazione storica, e alla disamina dei tanto discussi plagi wildiani, un'analisi volta a mettere in luce la consistente ossatura semantico-strutturale e il substrato allegorico distintivo dell'opera, nonché le fini strategie retoriche di un autore sorprendentemente attento e consapevole. L'obiettivo è stato quello di tracciare un ponte ideale tra le guide alla lettura, di impostazione spiccatamente didattica, e un'indagine narratologica sostenuta da richiami a un'aggiornata bibliografia critica.